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L’inno dei Vespri di San Giovanni Battista all'origine della notazione musicale

Aggiornamento: 3 giorni fa

Fu Guido d’Arezzo che utilizzò le iniziali dei primi sei versi dell’Inno "Ut queant laxis", scritto dal monaco storico e poeta Paolo Diacono, per trarre i nomi delle prime sei note musicali; l’inno infatti saliva di un tono ( semitono) dal do ( ut ) al la per ogni inizio di verso:


«Ut queant laxis

Resonare fibris

Mira gestorum

Famuli tuorum

Solve polluti

Labii reatum

Sancte Iohannes»


Negli anni successivi poi il Do sostituì Ut e il Si (corrispondente al "Sancte Johanne" ) completò la denominazione delle note della scala naturale.

La curiosità viene ricordata proprio perché l’Inno veniva cantato nei Vespri del Battista il 24 giugno, nella ricorrenza della Sua nascita: un esempio di pietà confraternale che si esercitava non solo nei Riti funebri, e che collega la preghiera comune dei confratelli alla storia della musica.


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La Compagnia di San Giovanni Decollato di Roma, poi Arciconfraternita, nacque l’8 maggio 1488 per volontà di alcuni fiorentini residenti a Roma che mossero sentimenti di pietà nei confronti dei condannati a morte.

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